In greco la parola “epifania” significa “rivelazione”, che a dire il vero con la Befana non c’entra granché. Eppure ringrazio la nasuta vecchietta, perché mi dà l’occasione di riflettere su tutte quelle rivelazioni che hanno luogo nelle relazioni interpersonali, senza che neppure le abbiamo cercate. Non sto parlando infatti di quando una persona - magari un amico - ci racconta di sé, perché quelle sono condivisioni intenzionali; mi riferisco invece a quelle intuizioni che abbiamo su di noi, sull’altro e sulla relazione che ci lega, ogniqualvolta accada qualcosa che riusciamo ad osservare con attenzione, ogni volta che riusciamo a cogliere e mettere a fuoco un particolare che fino ad allora era rimasto “sotto soglia”. Ecco che l’epifania accade, il velo cade, l’automatismo si spezza. Tempo fa ho accompagnato una signora in un percorso di psicoterapia; non era il primo percorso di crescita personale che intraprendeva: anni addietro ne aveva portato avanti e concluso proficuamente un altro, che l’aveva aiutata molto in quel periodo della sua vita. Le rimaneva però una Cosa Difficile (che è un po’ il contrario del Cavallo di Battaglia…): non riusciva a chiedere aiuto, e questo continuava a crearle fatiche e difficoltà nella sue relazioni significative. Un giorno, poco prima dell’orario concordato per la seduta, ho un contrattempo che mi complica il pomeriggio e le mando un messaggio per avvertirla e per accordarci sulle alternative possibili, tra cui una seduta on line, cosa che lei accetta immediatamente. Al momento della connessione, con aria a metà tra l’ispirato e il sollevato mi dice che in realtà anche per lei, quel giorno, sarebbe stata più comoda una seduta a distanza, ma che non osava chiedermela, per timore di scombinarmi l’agenda; vedere me che chiedevo aiuto e constatare che questo non aveva creato disturbo a nessuna, e vantaggio per entrambe, le aveva procurato un’epifania: chissà quante volte aveva rinunciato a chiedere aiuto quando magari questo sarebbe stato utile anche all’altra persona!