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Sguardi che definiscono del 02/09/2024

#Genitori&Figli
“Adesso che mia madre non c’è più, mi accorgo che forse non ho mai saputo chi fossi davvero”. Gli occhi si velano di lacrime, e sono l’unica cosa che posso vedere bene nel suo volto, perché la mascherina nasconde tutto il resto. Ma mi basta. Penso che questa giovane donna sia in procinto di intraprendere un viaggio appassionante, ma adesso non glielo posso dire, perché adesso è il momento del dolore e dello smarrimento. “Se mi guardo dentro”, prosegue, “è come se fosse tutto di un indistinto colore blu scuro”. Le dico che la presenza della mamma era come quando un raggio di luce penetra in uno specchio d’acqua rendendo visibile tutto ciò che abita sotto la superficie. E mentre le dico questo, penso a quanto lo sguardo di un genitore sia potente, nel definire un figlio. Potente, a volte, fino al punto di sostituirsi a quello del figlio stesso, che così non impara mai del tutto a “guardarsi” dentro perché c’è chi lo fa per lui. Penso a quanto ciò che i figli vedono riflesso nei nostri occhi fin da quando vengono al mondo sia per loro fondamentale. A quanta cura, e delicatezza, e onestà, dobbiamo allora provare ad avere noi genitori, nel rimandare ai nostri figli un’immagine buona, intera, vera di loro, e non distorta dalle nostre aspettative, dai nostri conti in sospeso, dai nostri “avrei voluto, ma non ho potuto”. A quanto dovremo, a un certo punto, essere sinceri con i nostri figli e dire loro che il nostro sguardo non può contenere nessuna verità definitiva sulla loro esistenza, perché di definitivo non c’è nulla e soprattutto perché la ricerca su di sè è tutta nelle loro mani. E nei loro sguardi.
Foto di Alessandra Romito
Sono Alessandra Romito
Psicologa, psicoterapeuta ed esperta in Parent Coaching. Accompagno le persone che attraversano un momento faticoso della loro vita a riconquistare equilibrio e serenità. Scopri come posso aiutarti con uno dei miei percorsi
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