Fare buoni propositi è uno dei rituali classici della fine di ogni anno, come se l'imminenza dell'anno nuovo portasse con sé una specie di magico propellente per il cambiamento e il miglioramento. Allora, se pensiamo alla nostra esperienza di genitori, possiamo essere tentati di proclamare a noi stessi tutta una serie di intenti trasformativi volti a rendere di maggiore qualità la relazione coi figli: arrabbiarsi di meno, ascoltarli di più, essere più presenti, farsi rispettare di più... Solo che non è così facile, nelle relazioni significative, agire un cambiamento come se potessimo azionare un comando, o premere un pulsante: "fino ad ora le cose sono andate così, ma da domani...". E se provassimo invece innanzitutto a comprendere il perché di quei comportamenti (nostri e dei nostri figli) che possono talvolta appesantire la nostra vita (e la loro)? E se l'unico "buon proposito" fosse quello di guardare a noi stessi, ai nostri figli e alla relazione che abbiamo con loro innanzitutto con un atteggiamento di accettazione? Accettare i propri limiti non significa continuare a subirli, tutto il contrario: "Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare" (Carl Rogers). Buona fine d'anno e buon inizio d'anno nuovo!